Deriva islamofoba nei programmi di Rete 4, l’Ucoii scrive una lettera
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Una lettera aperta indirizzata a Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, per esprimere la preoccupazione dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia sulla “deriva islamofoba“ di alcune trasmissioni televisive, in particolare di Rete4. Ecco la missiva del presidente Yassine Lafram.
Egr. dott. Pier Silvio Berlusconi,
è un momento drammatico per l’umanità: guerre, pandemie e carestie stanno mettendo a dura prova il mondo intero. Oggi più che mai crediamo che ogni donna e uomo di buona volontà siano chiamati ad impegnarsi affinché la pace e la convivenza possano prevalere sull’odio e la violenza verso l’altro. Come musulmani italiani abbiamo già avuto modo di riconoscere al suo compianto padre il merito di essersi sempre impegnato in un lungo lavoro diplomatico per costruire ponti ed evitare scontri tra civiltà e religioni. Ed è proprio in segno di rispetto e di riconoscenza che lo scorso giugno ho personalmente partecipato ai suoi funerali.
Oggi, Lei ha raccolto il testimone ed ha subito dato una linea editoriale chiara ed inequivocabile alle sue reti televisive. Siamo quindi a chiederLe un altro passo avanti per evitare che l’islamofobia e l’antisemitismo dilaghino sempre più. Ci sono alcuni programmi che, sfruttando la guerra in Medio Oriente, sono orientati a dare dell’islam e dei musulmani una percezione distorta e negativa contribuendo così a creare un clima di discriminazione che pesa su 2,5 milioni di persone che vivono e lavorano in Italia.
Lei, uomo di cultura e sensibilità, sa che l’Islam e la stragrande maggioranza dei musulmani vivono in pace ed armonia nella nostra società. Alcuni programmi invece, in particolare su Rete 4, fomentano odio verso un’intera religione ed i suoi fedeli. Come Unione delle Comunità Islamiche d’Italia siamo sempre stati in prima linea contro fenomeni come la violenza sulle donne, l’infibulazione e i matrimoni forzati. Questa nostra chiara e netta posizione è testimoniata anche dalla nostra costituzione come parte civile nel processo in corso per l’omicidio di Saman Abbas.
Siamo, quindi, molto preoccupati dalla deriva islamofoba che queste trasmissioni televisive stanno perseguendo. Ci preoccupa anche il fatto che tutto ciò sia ora giunto all’attenzione delle opinioni pubbliche dei paesi arabi ed islamici in un momento così delicato. Paesi che hanno sempre guardato all’Italia come modello di convivenza civile. Crediamo che sia necessario evitare che la convivenza pacifica nel nostro Paese venga minata e che milioni di cittadini sentano il peso della discriminazione. Confidiamo nella sua saggezza e siamo sicuri che comprenderà le nostre inquietudini.
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