La storia di Abu Hurayrah [rady Allahu anhu – il trasmettitore di Hadith]
La vita dei Sahaba [rady Allahu anhom]
La storia di Abu Hurayrah [rady Allahu anhu – il trasmettitore di Hadith]
di Hamzah Qassem
BismiLlāhi-r-Raḥmāni-r-Raḥīm
«’An Abi Hurayrah radiAllàhu ‘anhu qal, qala Rasul Allàhi, sallAllàhu ‘alayhi wa sallam… (Abu Hurayrah [rady Allahu anhu] disse: Il Messaggero di Allàh -SallAllahu alayhi wa sallam- disse:…)».
Tramite questa frase milioni di Musulmani, dall’inizio dell’epoca Islamica fino ad oggi, hanno familiarizzato con Abu Hurayrah (r); ci si aspetta di trovare il suo nome leggendo gli ahadith (detti), la Sirah (biografia del Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-) e i libri di Fiqh (giurisprudenza islamica).
Abu Hurayrah (r) ricevette in dono un grande talento, ossia una capacità mnemonica straordinaria, tale per cui egli poteva ascoltare una discussione o un qualsiasi discorso, ed essere capace di riferirli nello stesso identico modo anche molti anni dopo, senza cambiare o confondere una sola parola.
Questo grande dono di Abu Hurayrah (r), però, avrebbe potuto trasformarsi nella cosa peggiore che gli fosse mai capitata, poiché alcune persone nemiche dell’Islam, nei primi anni seguenti la morte del Profeta –SallAllahu alayhi wa sallam–, cercarono di utilizzare il nome di Abu Hurayrah (r) come ‘garanzia di autenticità’, attribuendogli molti falsi ahadith, che essi stessi avevano inventato.
Tuttavia, i nostri pii Sapienti compirono un sincero e faticoso sforzo, sacrificando le loro vite per preservare e salvare i detti autentici del nostro amato Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-, salvando gli ahadith dalle mani dei nemici dell’Islam, che cercavano di ingannare i Musulmani, aggiungendo alla Sunnah autentica alcune cose che il Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam- non aveva mai detto!
La reputazione di Abu Hurayrah (r) fu dunque salvaguardata
dalle loro cattive intenzioni, e ciò fino ai giorni nostri, conservando solo gli ahadith autenticamente attribuibili al Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-.
Abu Hurayrah (r) divenne Musulmano nelle mani di at-Tufayl ibn Amr (r), che era il capo della tribù alla quale egli apparteneva. Quando comprese la Verità dell’Islam, Abu Hurayrah (r) accompagnò at-Tufayl (r) a Makkah, dove ebbe il privilegio di incontrare il nobile Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-, che gli chiese come si chiamasse.
Egli rispose: «’Abdu-sh-Shams (il servo del Sole)».
Allora il Messaggero di Allàh -SallAllahu alayhi wa sallam- gli
cambiò nome in ‘Abdur-Rahman (il servo del Misericordioso). Tuttavia, egli era conosciuto come ‘Abu Hurrah’ o ‘Abu Hurayrah’ (il padre della gattina), a causa del suo affetto per una micetta che aveva raccolto e sfamato, e che lo seguiva dovunque andasse.
Abu Hurayrah (r) viveva con sua madre, che era ancora una politeista. Pregava per lei e cercava ardentemente di convincerla ad aderire all’Islam, ma lei rifiutava categoricamente.
Un giorno, mentre egli le stava parlando dell’Islam, la donna pronunciò alcune parole contro il Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam- che rattristarono molto Abu Hurayrah (r).
Egli si recò allora dal Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam- con le lacrime agli occhi e gli raccontò l’accaduto, chiedendogli di supplicare Allàh (Sobhana Wa Ta’ala) perché aprisse il cuore di sua madre all’Islam.
Il Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam- accolse la richiesta di Abu Hurayrah (r) e pregò per sua madre.
Quando Abu Hurayrah (r) tornò a casa, fu felicissimo di sentire sua madre testimoniare che NON VI E’ ALTRA DIVINITA’ ALL’INFUORI DI ALLÀH, e che MUHAMMAD E’ IL SUO SERVO E IL SUO
MESSAGGERO.
Così, si precipitò fuori e tornò dal Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam- con gli occhi brillanti di gioia, informandolo che Allàh -gloria
a Lui l’Alltissimo- aveva accolto la sua invocazione, guidando sua madre all’Islam.
Poi gli disse: «O Messaggero di Allàh, chiedi ad Allàh (SWT) di rendere me e mia madre amabili per tutti i credenti e le credenti!».
Allora egli -SallAllahu alayhi wa sallam- pregò:
«O Allàh, fai che questo Tuo servo e sua madre siano
amati da ogni credente (uomo) e da ogni credente (donna)!».
Abu Hurayrah (r) capì che avrebbe potuto fornire un grande servizio alla Religione. Poiché molti dei migliori Compagni (Sahaba) (r), che possedevano il più alto grado di scienza, erano morti nelle battaglie per la Causa di Allàh (SWT) (Jihad), alla religione occorrevano persone che la preservassero, poiché in quell’epoca i Sahaba (r) mettevano per iscritto solo il Sublime Corano, temendo che potesse essere ‘mischiato’ agli ahadith, se anche questi fossero stati documentati.
Anche tra coloro che possedevano il più alto grado di scienza, molti erano occupati coi loro affari, e non avevano abbastanza tempo libero, come Abu Hurayrah (r), da poter passare con il Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam- .
Il fatto che egli possedesse una straordinaria memoria, inoltre, gli permise di far mettere per iscritto le parole che aveva sentito pronunciare dal Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam- anche molto tempo dopo averle ascoltate, con la sicurezza di non dimenticare nulla.
Durante i quattro anni che trascorse con il Profeta –SallAllahu alayhi wa sallam- a Madinah, Abu Hurayrah (r) accompagnava sempre il Messaggero di Allàh (s), acquisendo conoscenza e memorizzando i suoi insegnamenti, per preservare la parola di Allàh (Sobhana Wa Ta’ala) e gli insegnamenti del suo amato Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-.
Il Profeta stesso -SallAllahu alayhi wa sallam- gli indicò il modo per memorizzare i suoi detti, come riferì più tardi proprio Abu Hurayrah (r):
«Un giorno il Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam- ci disse:
“Chiunque distenda il proprio mantello prima che io finisca di parlare, e poi lo ripieghi e lo riprenda, non dimenticherà nulla
di ciò che ha sentito dire da me”».
Abu Hurayrah (r) rimaneva sempre accanto al Profeta-SallAllahu alayhi wa sallam- nei suoi soggiorni a Madinah e durante i suoi viaggi e le sue spedizioni militari, poiché, al contrario dei Muhajirin (Emigrati Meccani) non era occupato nel commercio, e non aveva nemmeno delle terre da coltivare, come gli Ansar (Ausiliari Medinesi).
Egli amava moltissimo il Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-, non era mai stanco di seguirlo né di ascoltarlo. Spesso glorificava
Allàh -l’Altissimo- per la sua grande fortuna, dicendo:
“Sia Lode Ad Allàh, Che ha guidato Abu Hurayrah all’Islam; sia Lode ad Allàh, Che ha insegnato ad Abu Hurayrah il Corano; sia Lode ad Allàh, Che ha concesso ad Abu Hurayrah la compagnia di Muhammad -SallAllahu alayhi wa sallam-!…”.
Abu Hurayrah -rady Allàhu anhu- sopportò molte privazioni e difficoltà per aver deciso di consacrare la sua vita alla Conoscenza e allo stare in compagnia del Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-; come egli stesso riferì in seguito:
«Un giorno, la mia fame divenne tale che mi misi una pietra sullo stomaco. Poi mi sedetti sulla panca (suffah) dei Sahaba (r). Abu Bakr (r) passava di là, ed io gli chiesi qualcosa a proposito di un versetto del Libro di Allàh (SWT). Gli avevo fatto quella domanda sperando che gli venisse in mente di invitarmi a mangiare, ma lui non lo fece…».
Nonostante Abu Hurayrah (r) avesse deciso di consacrarsi alla trasmissione della Parola di Allàh -Sobhana wa Ta’ala- e degli insegnamenti del Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-, ciò non gli impediva di assolvere gli altri obblighi religiosi; infatti trascorreva molto tempo in preghiera. Di solito egli passava un terzo della notte in preghiera, un altro terzo della notte pregava sua moglie, e l’ultimo terzo rimaneva in preghiera la loro figlia; in questo modo nella casa di Abu Hurayrah (r) nessun momento della notte trascorreva senza che qualcuno vi eseguisse la Salat.
La presenza di Abu Hurayrah (r) è attestata anche nelle battaglie, durante le quali egli contribuì a proteggere e a rafforzare la religione dell’Islam con la spada; e per tutta la sua vita, fin dal momento in cui divenne Musulmano, non ci fu neanche una battaglia durante la quale egli non fosse al fianco del nobile Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-.
Dopo la morte del Messaggero di Allàh -SallAllahu alayhi wa sallam, Abu Hurayrah (r) continuò la sua opera di trasmettitore dei suoi insegnamenti.
Alcuni rimanevano stupiti dal grande numero di ahadith che egli
riportava, ma ciò era giustificato dalla sua stupefacente memoria e dal fatto che Abu Hurayrah (r) aveva passato tutto il suo tempo al servizio del Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-.
Durante il Califfato di ‘Umar (r), il Califfo assegnò ad Abu Hurayrah (r) il compito di governatore del Bahrayn, e là egli divenne ricco. ‘Umar (r), essendo molto scrupoloso per quanto riguardava il tipo di persone designate come governatori delle varie province, riteneva giusto che i governatori vivessero in maniera semplice e frugale, senza acquisire molte ricchezze, anche se con mezzi leciti.
Quando ‘Umar (r) seppe delle ricchezze accumulate da Abu Hurayrah (r), lo richiamò a Madinah, temendo che egli le avesse acquisite illecitamente.
Abu Hurayrah (r) rientrò a Madinah e ‘Umar (r) lo interrogò,
chiedendogli in che modo avesse ammassato una tale fortuna.
Egli rispose:
«Allevando cavalli, e tramite i regali che ho ricevuto».
‘Umar (r) gli ordinò di consegnare le sue ricchezze al Tesoro dei Musulmani.
Abu Hurayrah (r) fece ciò che gli era stato chiesto, poi alzò le braccia al cielo e pregò:
«O Signore, perdona il Principe dei Credenti!».
Dopo qualche tempo, Abu Hurayrah (r) fu chiamato da ‘Umar (r), che gli offrì di tornare al suo posto di governatore del Bahrayn, ma egli rifiutò.
Quando il Califfo (r) gli chiese il motivo di questo rifiuto, Abu Hurayrah (r) disse:
«Perché il mio onore non venga insudiciato, e le mie ricchezze non mi vengano portate via, e la mia schiena non sia percossa».
Poi aggiunse:
«Temo di giudicare senza conoscenza e di parlare senza saggezza».
Abu Hurayrah (r) continuò a condurre una vita onesta, dedicandosi al servizio dell’Islam ed essendo gentile con sua madre, così come incoraggiava gli altri ad essere gentili coi loro genitori.
Un giorno, quando la sua salute stava peggiorando velocemente e i Sahaba (r) pregavano perché si rimettesse, Abu Hurayrah (r) alzò gli occhi al cielo e disse:
«Oh Allàh! Vorrei incontrarTi e Ti chiedo di volermi incontrare!».
Morì, così, nell’anno 59 dell’Hijrah, all’età di 78 anni.
Morì avendo compiuto il suo dovere e il suo desiderio, quello di preservare e trasmettere gli insegnamenti del nobile Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam-.
Chiediamo ad Allàh -gloria a Lui, l’Altissimo- di ricompensare Abu Hurayrah (r) concedendogli la compagnia del nobile Profeta -SallAllahu alayhi wa sallam- nell’Altra Vita, così come gliela concesse in questo mondo!
Abu Hurayrah -rady Allahu anhu- riferì che l’Inviato di Allàh -SallAllahu alayhi wa sallam- disse:
Allàh -gloria a Lui, l’Altissimo- ha detto:
«A chiunque sarà ostile ad un mio WALI (eletto, intimo, servo
onorato), io dichiarerò guerra. Tutto ciò mediante cui il Mio adoratore si avvicinerà a Me, mi sarà più gradito del compimento dei doveri che gli ho prescritto. Il Mio adoratore non cesserà di avvicinarsi a Me mediante opere supererogatorie, finché Io lo amerò, e quando lo amerò sarò l’orecchio col quale sentirà, l’occhio col quale vedrà, la mano con cui afferrerà, il piede col quale camminerà. Quando Mi chiederà una cosa, gliela accorderò. Se si rifugerà presso di Me, lo proteggerò. Non rimando una cosa tanto quanto rimando per il Credente la morte, che gli sarà dolorosa, poiché Mi ripugna fargli del male».
Sahih, riportato da al-Bukhari.
ricerca di Sara Hima
Tratto da Passo dopo passo nel cuore dell’ Islam