Muhammad è il Successore Naturale di Cristo (Ahmed Deedat)
Ahmed Hoosen Deedat è nato il 1918 a Tadkeshvar nella provincia di Surat ad
est dell’India, da Hoosen Qassim Deedat, un africano del sud. Ahmed Deedat ha
raggiunto il padre in Sudafrica all’età di
nove anni, dove ha incominciato a
frequentare la scuola “madrassa” islami
ca “Anjuman Islamic”, ed appreso gli
insegnamenti del Corano e della lingua in
glese. In seguito ha studiato in una
scuola statale, fino al 1934. In India e
in Africa ha frequentato e lavorato con gli
ebrei, che gli causarono diversi problemi,
e con i missionari cristiani britannici.
Nel periodo in cui era a stretto contatto
con i missionari, Deedat non conosceva
ancora molto bene la religione dell’Islam, e soffriva per questa mancanza,
perché non riusciva a dare spiegazioni soddi
sfacenti ai cristiani sulla Bibbia e sul
Corano. All’improvviso venne a conoscenza
dell’esistenza di un libro, pubblicato
nel 1915, che gli cambiò la vita e s’intito
la “Izharu al-haqq”, (La verità giusta).
Questo libro divenne per Deedat un’arma di
difesa dai missionari, ed incominciò
ad avere con loro lunghe conversazioni, de
i veri e propri dibattiti. In uno di
questi conobbe un inglese musulmano, M. Fa
irbax. Un giorno M. Fairbax non si
presentò ad uno dei dibattiti e Deedat lo
sostituì, per un lungo periodo che durò
ben tre anni. Deedat di giorno lavorava e
la sera studiava in un liceo tecnico, il
M. L. Sultan, dove studi
ava dattilografia, contabili
tà, matematica e altre
materie. I testi sacri quindi, non li ha a
pprofonditi a scuola, ma per conto suo,
era un’autodidatta, attento e preparato.
Dopo aver sviluppato
la sua conoscenza
culturale e religiosa, nel 1949 decise di
viaggiare, anche perché non pensava di
rimanere a lungo in
Sudafrica. Il Pakistan è stato il primo paese che l’ha colpito
perché gli ricordò l’India, il suo paese
d’origine. Rimase in Pakistan per tre
anni, per lavoro. Riconobbe l’utilità de
lla sua esperienza come venditore, ed
anche come impiegato nell’amministrazione
che lo mise di fronte a due scelte:
avere la cittadinanza pakistana o tornare
in Sudafrica? scelse quest’ultima. In
Sudafrica gli offrirono un lavor
o e sostituì il direttore
dopo la sua scomparsa,
questo dopo qualche anno
di gavetta. Deedat aveva gi
à lavorato in quel settore
amministrativo. Dopo qualche tempo la
sciò il lavoro per fare dawa, “invito
all’Islam” in tutto il mondo. Incominciò
ad organizzare dibattiti religiosi sul
cristianesimo, ebraismo e Islam con person
alità religiose. Dibattiti eccellenti dal
1954, interminabili discussioni con i cri
stiani, ed era molto schietto quando
doveva dire qualcosa, non si
nascondeva dietro a strani
termini. Deedat era più
di un semplice studioso della Bibbia, spie
gava degli aspetti del testo cristiano e
del Corano a molti ancora sconosciuti.
Un giorno, un gruppo di turisti lo
chiamarono a Johannesburg per tenere dei
dibattiti in occasione della nascita
5
del Profeta Muhammad (pace e benedizione su
di lui), la celebrazione si chiama
“Aid al mawlìd al nabawi”. Prese l’ae
reo senza esitare e
disse: “Johannesburg e
perché no Durban?”. Era il 1958. Nel Dice
mbre di quell’anno tenne la prima
conferenza, e la seconda a
Durban, come lui volle. Ci fu poi l’occasione per
ottenere la residenza 75 km
da Durban. Fece così co
struire il centro della pace
“As-salam”, centro di formazione per i mu
sulmani, per poi diventare in seguito
un centro mondiale per “dawa” il (IPCI).
Nel 1959 la sua cono
scenza arrivò ad
un livello superiore e divenne così “guida
islamica”. Ha ottenuto riconoscimenti
da parte di paesi musulmani, cristiani
, buddisti e indù, come in Europa, in
America, in Africa, in As
ia. Nella regione del CAP a
Green Point tenne una delle
migliori conferenze di fronte a 3 mila p
ersone, che rimasero ammutolite. E’ stato
triste il giorno in cui, all’IPCI (Isl
amic Propagation Centre International),
Deedat ha perso improvvisamente la parola,
il più grande dono di Dio, che possa
aver ricevuto per far conoscer
e, attraverso i suoi dibattiti, il vero messaggio
dell’Islam al mondo intero. Si è ammalato nel 1996, dopo il suo breve soggiorno
in Australia, dove si era reca
to per i suoi dibattiti, tra
i migliori mai riusciti, di
fronte ad una grande folla
a Sydney, proprio nel periodo
di Pasqua, dal titolo “Il
punto di vista di un musulmano”. E’ stata la
sua ultima lezione, da allora non si
è più ripreso, costretto ormai a letto a causa della sua malattia.
Ha scritto diversi volumi che trattano argomenti diversi come: la religione, la
politica, ecc…
Inoltre ha scritto: “La Bibbia è la parola di Dio?” e “Gli arabi
e Israele: conflitto
o conciliazione?”. Il suo primo libro “Muhammad nell’Antico e Nuovo
Testamento” risale agli inizi degli anni 50.
est dell’India, da Hoosen Qassim Deedat, un africano del sud. Ahmed Deedat ha
raggiunto il padre in Sudafrica all’età di
nove anni, dove ha incominciato a
frequentare la scuola “madrassa” islami
ca “Anjuman Islamic”, ed appreso gli
insegnamenti del Corano e della lingua in
glese. In seguito ha studiato in una
scuola statale, fino al 1934. In India e
in Africa ha frequentato e lavorato con gli
ebrei, che gli causarono diversi problemi,
e con i missionari cristiani britannici.
Nel periodo in cui era a stretto contatto
con i missionari, Deedat non conosceva
ancora molto bene la religione dell’Islam, e soffriva per questa mancanza,
perché non riusciva a dare spiegazioni soddi
sfacenti ai cristiani sulla Bibbia e sul
Corano. All’improvviso venne a conoscenza
dell’esistenza di un libro, pubblicato
nel 1915, che gli cambiò la vita e s’intito
la “Izharu al-haqq”, (La verità giusta).
Questo libro divenne per Deedat un’arma di
difesa dai missionari, ed incominciò
ad avere con loro lunghe conversazioni, de
i veri e propri dibattiti. In uno di
questi conobbe un inglese musulmano, M. Fa
irbax. Un giorno M. Fairbax non si
presentò ad uno dei dibattiti e Deedat lo
sostituì, per un lungo periodo che durò
ben tre anni. Deedat di giorno lavorava e
la sera studiava in un liceo tecnico, il
M. L. Sultan, dove studi
ava dattilografia, contabili
tà, matematica e altre
materie. I testi sacri quindi, non li ha a
pprofonditi a scuola, ma per conto suo,
era un’autodidatta, attento e preparato.
Dopo aver sviluppato
la sua conoscenza
culturale e religiosa, nel 1949 decise di
viaggiare, anche perché non pensava di
rimanere a lungo in
Sudafrica. Il Pakistan è stato il primo paese che l’ha colpito
perché gli ricordò l’India, il suo paese
d’origine. Rimase in Pakistan per tre
anni, per lavoro. Riconobbe l’utilità de
lla sua esperienza come venditore, ed
anche come impiegato nell’amministrazione
che lo mise di fronte a due scelte:
avere la cittadinanza pakistana o tornare
in Sudafrica? scelse quest’ultima. In
Sudafrica gli offrirono un lavor
o e sostituì il direttore
dopo la sua scomparsa,
questo dopo qualche anno
di gavetta. Deedat aveva gi
à lavorato in quel settore
amministrativo. Dopo qualche tempo la
sciò il lavoro per fare dawa, “invito
all’Islam” in tutto il mondo. Incominciò
ad organizzare dibattiti religiosi sul
cristianesimo, ebraismo e Islam con person
alità religiose. Dibattiti eccellenti dal
1954, interminabili discussioni con i cri
stiani, ed era molto schietto quando
doveva dire qualcosa, non si
nascondeva dietro a strani
termini. Deedat era più
di un semplice studioso della Bibbia, spie
gava degli aspetti del testo cristiano e
del Corano a molti ancora sconosciuti.
Un giorno, un gruppo di turisti lo
chiamarono a Johannesburg per tenere dei
dibattiti in occasione della nascita
5
del Profeta Muhammad (pace e benedizione su
di lui), la celebrazione si chiama
“Aid al mawlìd al nabawi”. Prese l’ae
reo senza esitare e
disse: “Johannesburg e
perché no Durban?”. Era il 1958. Nel Dice
mbre di quell’anno tenne la prima
conferenza, e la seconda a
Durban, come lui volle. Ci fu poi l’occasione per
ottenere la residenza 75 km
da Durban. Fece così co
struire il centro della pace
“As-salam”, centro di formazione per i mu
sulmani, per poi diventare in seguito
un centro mondiale per “dawa” il (IPCI).
Nel 1959 la sua cono
scenza arrivò ad
un livello superiore e divenne così “guida
islamica”. Ha ottenuto riconoscimenti
da parte di paesi musulmani, cristiani
, buddisti e indù, come in Europa, in
America, in Africa, in As
ia. Nella regione del CAP a
Green Point tenne una delle
migliori conferenze di fronte a 3 mila p
ersone, che rimasero ammutolite. E’ stato
triste il giorno in cui, all’IPCI (Isl
amic Propagation Centre International),
Deedat ha perso improvvisamente la parola,
il più grande dono di Dio, che possa
aver ricevuto per far conoscer
e, attraverso i suoi dibattiti, il vero messaggio
dell’Islam al mondo intero. Si è ammalato nel 1996, dopo il suo breve soggiorno
in Australia, dove si era reca
to per i suoi dibattiti, tra
i migliori mai riusciti, di
fronte ad una grande folla
a Sydney, proprio nel periodo
di Pasqua, dal titolo “Il
punto di vista di un musulmano”. E’ stata la
sua ultima lezione, da allora non si
è più ripreso, costretto ormai a letto a causa della sua malattia.
Ha scritto diversi volumi che trattano argomenti diversi come: la religione, la
politica, ecc…
Inoltre ha scritto: “La Bibbia è la parola di Dio?” e “Gli arabi
e Israele: conflitto
o conciliazione?”. Il suo primo libro “Muhammad nell’Antico e Nuovo
Testamento” risale agli inizi degli anni 50.
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